Se una sex worker racconta Qualcosa di noi.

di redazione di NoiNo.org

In un borgo in collina, in una casa che una volta era "di tolleranza", un gruppo di aspiranti scrittori e scrittrici incontra Jana, che ha quarantasei anni e da undici fa la prostituta. Jana è molto lontana dai cliché sul "mestiere più antico". Non è una vittima della tratta, una escort da scandalo politico né una improbabile "Irma la dolce": è una sex worker italiana, con i capelli cortissimi e i tatuaggi, che racconta, risponde, provoca. Per i ragazzi e le ragazze è l'inizio di un percorso e di riflessioni personali che li porteranno a fare delle scelte.
È la trama di "Qualcosa di noi", il documentario di Wilma Labate sviluppato con la scuola di scrittura Bottega Finzioni, fondata a Bologna da Carlo Lucarelli. Jana, rivelazione del film, ha ricevuto il Premio speciale ai Nastri d'Argento Documentari 2015. L'Istituto Luce cura la distribuzione e il tour di presentazione del film.

"Qualcosa di noi - commenta il produttore Simone Bachini - è una riflessione aperta su temi come il sesso, il denaro, la mercificazione del corpo e della mente, i sentimenti, i fallimenti e le aspirazioni personali." Di sicuro il film ha un approccio molto originale a un tema controverso, di cui si parla spesso solo in termini di "ordine pubblico" o "degrado urbano". Ma che tocca anche questioni più intime e profonde, soprattutto per noi uomini.

Per capirne qualcosa di più, in un precedente post ne abbiamo parlato con l'associazione "Non si tratta", che si occupa sul territorio dello sfruttamento della prostituzione da strada. Loro ci hanno raccontato un mondo lontano da quello in cui vive Jana, ma le ragioni economiche sono sempre sullo sfondo. E se è difficile sapere qualcosa della "offerta", della "domanda", cioè dei clienti, si parla pochissimo.

Il lato maschile della questione è sempre quello meno raccontato. Paradossalmente, lo ha fatto (e anche in modo divertente) un'attrice e autrice di teatro: Giuliana Musso nello spettacolo "Sex Machine" veste i panni di vari personaggi maschili (dall'anziano nostalgico delle case chiuse al giovane habitué degli strip bar): alcuni dei tanti uomini invisibili che animano il fiorente mercato del sesso del nordest italiano. 

Eppure gli uomini eterosessuali sono il motore di questo mercato, i principali "utilizzatori finali" del sesso a pagamento, come recita il titolo dell'ultimo libro di Riccardo Iacona, il conduttore di Presa Diretta della Rai. Un reportage molto duro con i maschi italiani, tra cui ci sono tantissimi insospettabili frequentatori di squillo adolescenti, estimatori di bordelli oltreconfine, utenti di siti dedicati al turismo sessuale.

Ma il libro cita anche esperienze come quella di Claudio Magnabosco: da cliente, conosce una giovane prostituta nigeriana, Isoke Aikpitanyi, che diventerà la sua compagna. La loro storia diventa prima il romanzo "Akara-Ogun e la ragazza di Benin City", poi dei gruppi di auto-aiuto per clienti, un premio, altri racconti e progetti di solidarietà.

Altri uomini ancora, come quelli che gestiscono il CAM (Centro Ascolto per Uomini Maltrattanti) di Ferrara e animano i gruppi di autocoscienza maschile della città, animano eventi per rifiutare l'idea della prostituzione come sottomissione di un genere sull'altro e denunciare lo sfruttamento ("Chi va con una prostituta noleggia una schiava").

Molti, con varie posizioni e sfumature, ritengono che il fenomeno andrebbe regolarizzato e gestito, per togliere spazio alla criminalità, tutelare le vittime di tratta e sfruttamento e riconoscere dignità alle vere (e ai veri) sex workers. Ma anche se la prostituzione uscisse ufficialmente dal cono d'ombra, credete davvero che un rapporto sessuale potrebbe essere considerato come un rapporto commerciale come tutti gli altri, in cui domanda e offerta hanno pari dignità?

Partiamo da una constatazione: per tutti noi comprare del sesso da una donna è una possibilità sempre a portata di mano, anche quando non ne usufruiamo. Un uomo che va a prostitute in fondo è "normale", al limite un po' "porco", ma niente di strano. Secondo molti, soddisfa addirittura un istinto naturale, un impulso vitale. Infatti tra i clienti ci sono anche tanti giovani. La buona (si fa per dire), vecchia "doppia morale" di una volta vedeva i bordelli come un baluardo difesa della famiglia tradizionale, perché certe cose con la moglie non si fanno, mentre la libertà dei costumi manderebbe in crisi le coppie.

Una donna che paga un uomo
invece nel senso comune sembra strana, perversa, probabilmente è ormai vecchia e indesiderabile. Ma è proprio così? 
Perché una donna che ha fatto la prostituta sarà sempre marchiata, mentre l'uomo che l'ha pagata può tranquillamente raccontarlo agli amici?
E come mai è comune usare "puttana" per insultare per una donna, anche quando il sesso non c'entra nulla?

Insomma, anche nel caso in cui un uomo per fare l'amore paghi una donna libera e consapevole come Jana, escludendo quindi la violenza "per interposta persona", la prostituzione ci pone lo stesso tante domande. Voi che ne pensate?



7 Commenti


Granduca
10/09/2015

Leggevo qualche strafalcione come quello che l'uomo che va a prostitute è un porco. Ma non capite che la prostituta prima di essere tale è innanzitutto una donna ? E allora un uomo che va con una donna è un porco ? Mi viene da ridere. Pensate davvero che la prostituzione sia solo delinquenza, tratta e schiavitù ? E' chiaro come il sole che lo sfruttamento e la costrizione sono aspetti negativi del settore come del resto è lo sfruttamento del lavoro minorile e quant'altro, su questo non si discute ma alla fine informatevi meglio su quante siano le prostitute che lo fanno perchè VOGLIONO loro stesse farlo ! Il fatto che virgolettiate la parola NORMALE è sinonimo di pregiudizio. E' questo che bisognerebbe combattere, l'ipocrisia e il bigottismo, questi sono i veri mali dell'uomo. La prostituzione è l'antico mestiere perciò chi siete voi per puntare il dito contro questa realtà ? Adeguatevi alla natura dell'uomo perchè forse siete voi ad avere qualcosa che non va, non riuscite a causa del vostro pregiudizio a tollerare le diversità. Io sono ligure e si vedono in giro tanti siti dedicati come ad esempio le escort La Spezia su torchemada.net quelle di bakecaincontrii.com di escortforumit.xxx e via discorrendo che cosa vogliamo fare ? Ad oggi non rappresentano neanche più attività illegali quelle finalizzate a realizzare vetrine di annunci di questo genere. Sono realtà attuali fa parte dell'evoluzione perciò dobbiamo adeguarci a ciò che è lecito e combattere ciò che veramente non lo è. Historia docet.


il Ricciocorno Schiattoso
12/05/2015

A me risulta che il traffico di esseri umani sia in aumento. Almeno così dicono i dati ufficiali: "Nell'Unione europea le vittime identificate o presunte della tratta nel periodo 2008-2010 sono state 23 632. È questo il dato che emerge con maggiore evidenza dalla prima relazione sulla tratta degli esseri umani in Europa pubblicata oggi dalla Commissione europea. La relazione sottolinea, inoltre, che mentre il numero delle persone oggetto della tratta all'interno e verso l'UE è aumentato del 18% dal 2008 al 2010, è diminuito quello dei trafficanti che finiscono dietro le sbarre, come risulta dal calo delle condanne del 13% nello stesso periodo." http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-322_it.htm "Nel triennio 2010-2012, nei 28 Stati membri dell?UE sono state registrate 30 146 vittime. Le autorità degli Stati membri riescono sempre meglio a individuare ed entrare in contatto con le vittime della tratta di esseri umani. L'80% delle vittime registrate sono donne. Il 16% delle vittime registrate sono minori. Otre 1 000 vittime minori registrate erano oggetto di tratta a fini di sfruttamento sessuale. Il 69% delle vittime registrate erano oggetto di tratta a fini di sfruttamento sessuale. Il 95% delle vittime registrate che erano oggetto di tratta a fini di sfruttamento sessuale sono donne. Il 71% delle vittime registrate che erano oggetto di tratta a fini di sfruttamento della manodopera sono donne. Il 65% delle vittime registrate sono cittadini dell'Unione." http://www.affaritaliani.it/affari-europei/giornata-171014.html Mi permetto invece di sottoporre alla vostra attenzione il flash mob «Sex Work is Work» http://roma.corriere.it/foto-gallery/cronaca/15_maggio_01/prostituzione-candele-ombrelli-rossi-flash-mob-219e145c-efcc-11e4-ab0f-6f7d8bd494ab.shtml?fromArticle=true Mi sembrano davvero pochine. Quante sono le prostitute che si riconoscono nel Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute? Quante sono le donne costrette a prostituirsi a causa della povertà e della mancanza di lavoro? Come questa: http://www.fanpage.it/confessioni-di-una-madre-italiana-prostituta-occasionale-per-sbarcare-il-lunario/ Io trovo che si affronti l'argomento con molta superficialità. Quello che volevo dire è che questo documentario non è per nulla originale. La storia della happy hooker che è felice del suo lavoro, è quella che più comunemente ci viene propinata quando si affronta il tema prostituzione. Posso citare Bruno Vespa, che nel suo seguitissimo programma TV ha invitato Efe Bal, ma nessuna vittima di tratta, nessuna mamma che non arriva a fine mese. Bisognerebbe essere ciechi per non essersi accorti che i media tendono a privilegiare queste storie piuttosto che quelle meno rassicuranti per l'uomo che usufruisce della prostituzione.


11/05/2015

REDAZIONE DI NOINO.ORG
A Simona e Ricciocorno: il post comincia da Jana perché prendeva spunto dalla proiezione del documentario che ci pare meritevole di segnalazione (la proiezione poi è passata ma il doc è ancora in circolazione). E chiude sullo stesso personaggio proprio per prendere una posizione: anche la possibilità "migliore", cioè il fatto che esistano prostitute per scelta, non solleva gli uomini dal farsi delle domande sulla loro posizione comunque di privilegio. E farsi domande non equivale a non prendere posizione, secondo noi. Anzi, mettere in discussione le cose che si danno per scontate ci sembra la posizione più importante da prendere. E ci sembra anche utile dare qualche spunto per approfondire un tema, ben consci che un post non lo esaurisce di certo. Non ci sembra necessario sottolineare, ma lo ribadiamo per chiarezza, che chi va con una prostituta, soprattutto di strada, "rischia" di approfittarsi di una vittima della tratta o di una minorenne. Anche se, a quanto pare, questi casi oggi non sono la maggioranza (vedi il precedente post linkato). Ma ancora, questo non chiude la questione.
Richie: certamente ciascuno di noi può dire "io non lo farei mai", però il giro d'affari della prostituzione è troppo ampio perché sia un problema di singole persone. Proviamo a chiederci che cosa significa crescere in una società dove è normale fare i puttan-tour appena presa la patente (per i maschi), ma in cui una donna che fa sesso liberamente con chi e quando vuole viene subito definita "puttana".


Richie
07/05/2015

la storia di jana è vera quanto quella delle vittime di tratta


Simona
06/05/2015

A volte ci sono delle scelte nella stesura di un articolo che rischiano di inficiare volontariamente o involontariamente un messaggio che si vuole comunicare. In questo caso l\'incipit riservato alla storia di una donna libera e consapevole, appare come un modo per mettere le mani avanti.. si adotta un modello narrativo che non prende posizione veramente, ma alla fine la suggerisce. L\'effetto finale e' ambiguo. La chiusura \"aperta\" non contiene una verita' innegabile. La struttura culturale maschile che concepisce una virilita' del dominio, del potere, attraverso il denaro, che considera la donna un oggetto, una merce acquistabile e consumabile. Penso inoltre, che sarebbe preferibile raccontare la prostituzione nei suoi aspetti reali, anziche' creare sempre alibi e un mondo fantastico in cui cliente e prostituta hanno lo stesso potere e sono sullo stesso piano. La storia di Jana apre e chiude il post, rischia di imprimere un risultato sbagliato all\'intero scritto.


il Ricciocorno Schiattoso
06/05/2015

Perch? se l\'intento del post ? raccontare il \"lato maschile della prostituzione\" il post parte da una donna? E perch?, fra tutte le storie di donne nella prostituzione, scegliere proprio la storia pi? consolatoria per un uomo? Perch? non la voce di una vittima della tratta? Quanti uomini si preoccupano di verificare se la prostituta della quale si servono ? una donna maggiorenne, libera e non sfruttata?


Richie
30/04/2015

per conto mio preferisco masturbarmi a vita piuttosto che andare con una donna che viene con me solo ed esclusivamente perchè la pago e non perchè è attratta da me. Si vede che sono un maschio atipico. Non condanno nè chi si prostituisce nè chi paga finchè sono tutti adulti e consenzienti ma non fa per me, se so che lei viene con me solo per soldi non mi eccito


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