di Sandro Casanova - Maschile Plurale
Flamer, il graphic novel di Mike Curato, è uno strumento molto utile per educatori, insegnanti e genitori, perché indaga con estrema sensibilità la difficoltà a esprimere la propria identità, quando questa confligge con i modelli dominanti e cristallizzati del gruppo dei pari. Mike Curato fornisce diverse chiavi di lettura per riflettere sugli stereotipi di genere e sulla pressione sociale che ogni adolescente, alla ricerca di un posizionamento originale nel mondo, sente su di sé, compresi i pregiudizi, l'intolleranza, l'omofobia, e le gravi ripercussioni sull'autostima e il benessere personale.
Come per molti maschi, la mia adolescenza è stata decisamente complicata. Il più delle volte mi sono ritrovato in mezzo a situazioni non richieste, chiedendomi sempre: "Perché tutto questo sta accadendo a me?". Momenti di terrore puro: la doccia dopo la piscina (la paura di avere un corpo diverso dagli altri, troppo magro, troppo piccolo, e la paura di reazioni incontrollate di fronte alla nudità dei compagni) o il tempo infinito quando si formano le squadre per le partite di calcio, e si è sempre l'ultima scelta. Ogni gesto, ogni parola, ogni movimento è costantemente sotto l'osservazione e il giudizio degli altri maschi. Basta la voce un po' troppo acuta, un paio di scarpe fuori moda, una parola non richiesta, un certo modo di camminare e ci si ritrova, senza volerlo, ad essere oggetto di derisione se non di veri e propri insulti.
Flamer descrive benissimo gli stati d'animo, le insicurezze che accompagnano il passaggio dalle scuole medie alle superiori, nella vita di un adolescente americano, un 14enne come tanti. Una sorta di diario, scandito dai giorni trascorsi in un campo estivo degli scout. Riflessioni a volte amare, a volte ironiche e divertite, i sentimenti di frustrazione e impotenza si alternano all'entusiasmo e al piacere della scoperta.
Aidan è contento perché si lascia alle spalle la vecchia scuola e i compagni bulli che lo prendono di mira, è lontano da casa (sullo sfondo si percepisce un contesto familiare complicato, di violenza e incomprensioni), sembra finalmente inserirsi in un gruppo che lo accetta perché sa cucinare, sa preparare la legna per il fuoco, sa pagaiare e dirigere la canoa, sa intrecciare nodi per costruire cesti ed è con lui che si confidano per consigli d'amore. Aidan si sente parte di qualcosa, quando tutti insieme intorno al fuoco mangiano, cantano, inventano scenette stupide, ballano il gioca jouer. È un ragazzino convinto di poter essere finalmente se stesso, di potersi esprimere liberamente.
Aidan però è un giovane nerd, non ha il fisico scolpito, non è nella squadra di football e non gli piacciono gli sport e la competizione, è un po' sovrappeso e ha gli occhi a mandorla perché di origini filippine, scrive lettere ad un'amica, e quando parla di ragazze ne descrive i capelli e la voce piuttosto che parti anatomiche. Tutti elementi che fanno coalizzare il resto del gruppo, che, non disposto a riconoscere modalità diverse di essere maschi, richiede ad Aidan di comportarsi come "un vero uomo", di essere un duro, di picchiare o rispondere in maniera aggressiva alle provocazioni, di chiamare frocio qualcun'altro per deriderlo, "perché i ragazzi si chiamano in quel modo continuamente".
Aidan ha paura di essere sempre sbagliato, ha paura di quello che dice e quello che non dice, si sente colpevole per quello che fa e quello che non fa, in definitiva per quello che è. Così forte il bisogno di essere accettati, di essere adeguati, che facilmente ci si conforma agli altri, si preferisce indossare una maschera con il rischio di soffocare la propria identità.
Ricordo, adesso con tono lieve e divertito ma allora era una avvilente sconfitta, quando giocando con amiche a mettere in scena polizieschi e serie tv di successo, mi ritrovavo a impersonare Bosley, il goffo assistente di Charlie, nonostante io volessi essere l'intraprendente angelo Sabrina*, abile ad uscire dalle situazioni più pericolose. Attendevo con trepidazione carnevale per trasformarmi e vestirmi fieramente con abiti femminili. In modo simile, Aidan nei giochi di ruolo, preferisce la magia e la bellezza dell'elfa Galadriel ai modi burberi degli hobbit**, e se gli altri maschi si identificano nella forza bruta di Wolverine, lui sogna di essere Jean Grey, l'eroina dell'albo X-Men, colei che rinasce dalle ceneri, dopo essere stata dilaniata da pensieri bui e tormentati, e disposta a sacrificarsi per il suo amato (nei sogni di Aidan, il compagno di tenda Elias, verso il quale prova una sempre più forte attrazione). I desideri però si scontrano con le regole dell'educazione cattolica che Aidan interpreta in modo confuso, un contenitore di norme che lo aiutano a trovare il comportamento retto, a non essere "una brutta persona", un insieme di "bonus" che lo convincono della possibilità di essere salvato.
Il campo estivo è il luogo dove tutte le contraddizioni, i dubbi e le fragilità esplodono, e Curato non sceglie scorciatoie, non addolcisce di facili espedienti consolatori il racconto di questa presa di coscienza. Non nasconde parole dure o situazioni sgradevoli, eppure riesce a trasmettere tenerezza e compassione verso Aidan; è capace di descrivere i turbamenti interiori, la scoperta degli affetti e del desiderio così come la spietatezza degli altri compagni, imprigionati dentro ai pregiudizi della mascolinità egemonica che non ammette incertezze.
Rileggendo la storia più volte, mi sono convinto anche della bontà della scelta grafica, come se la vita di Aidan non potesse essere narrata diversamente. Curato decide per una matita nera, con un tratto quasi infantile, e ci immaginiamo che sia lo stesso Aidan a scrivere parole e immagini del suo diario. Poi il rosso e l'arancione pastellati attirano l'attenzione, a volte in piccoli dettagli, a volte attraverso pagine intere, sempre rimarcando, in modo simbolico, la tensione interna al ragazzo. Che sia la fiamma del fuoco notturno al campeggio (la condivisione finalmente trovata con i compagni) o la fiamma delle candele in chiesa (luogo di solennità quasi opprimente per Aidan). Il rosso evidenzia l'esplosione di rabbia del protagonista all'ennesimo presa in giro o gli sfoghi violenti del padre nei ricordi di famiglia. Il rosso svela i sentimenti più intimi e nascosti, come nei sogni dove Aidan intravede il corpo nudo dell'amico Elias, o nella realtà l'affetto e il bacio estemporaneo al compagno dopo la fuga notturna in barca. Rossa è la fiamma interiore di un ragazzo che lotta con se stesso e cerca di farsi coraggio tra mille paure; rosso è l'ago della bussola che Aidan deve imparare a usare per orientarsi. Alla ricerca della propria direzione.
* Charlie's Angels: serie televisiva statunitense degli anni 70
** Il signore degli anelli / John R. R. Tolkien
*** X-Men: albo a fumetti pubblicato dalla Marvel Comics
Sandro Casanova - Maschile Plurale