Se la paternità diventa una favola nera.

di redazione di NoiNo.org

Se la paternità diventa una favola nera.

(Guarda l'intervista su YouTube)

Un brano del romanzo "Primo" e un dialogo con il suo autore, Maurizio Cotrona, per parlare di paternità, di identità maschili, di certezze che si sgretolano. Maurizio ha 43 anni, nasce a Taranto ma vive a Roma, è padre di tre figli, collabora al web magazine Bomba Carta. "Primo" (Gallucci, 2015) è il suo terzo romanzo; sembra un gioco di parole e in un certo senso lo è. Un gioco piuttosto crudele: perché Primo è il nome dato da Giacomo Alfieri al suo bambino appena nato. Il nome del nonno. Solo che il nuovo arrivato ha già un fratello. Ma Luca, il primogenito, agli occhi del padre non è adatto a tempi così critici. Quali tempi?

Il romanzo è ambientato in un futuro prossimo. Niente di fantascientifico: un mondo uguale al nostro, in cui però espressioni come "crollo delle certezze" non sono metafore: nelle città, le case collassano senza preavviso. Per resistere ci vuole la giusta preparazione, pensa Giacomo, e crea per Primo un programma pedagogico volto a rafforzare il suo carattere e a sviluppare le sue potenzialità; ha mano libera, perché la madre è uscita dal parto completamente debilitata. Il piccolo Primo rivela in effetti precocissime doti: però il bambino prodigio le usa con violenta determinazione contro il suo "creatore", stringendo un'alleanza con il fratello più grande e... E abbiamo già anticipato troppo. 

Vi segnaliamo "Primo" perché non affronta direttamente la violenza di genere, ma di qualcosa che la anticipa e la comprende: di una certa idea di ruolo maschile, di come passi di padre in figlio, di come interrompere questa trasmissione.
La paternità è il tema di tantissimi libri di fiction e saggi usciti in anni recenti, ma le sfumature fantastiche del racconto di Maurizio Cotrona e la sua forza emotiva ci sono parse molto originali.

Ne abbiamo parlato (via Skype) con l'autore, che ringraziamo per aver aderito a NoiNo.org e per aver condiviso con noi esperienze e riflessioni personali. Mentre aspettiamo le vostre (scriveteci un commento!), vi proponiamo un brano del libro: è il momento in cui Giacomo cerca di selezionare una tata all'altezza del suo programma educativo. Buona lettura.


Giacomo sta parlando da oltre venti minuti come un libro stampato, quasi senza prendere fiato. Ha appuntato alcune indicazioni su un bloc-notes, ma non ha alcun  bisogno di abbassare gli occhi per leggere. Di fronte a lui è seduta la settima candidata, la prima non italiana. Le altre sei tate hanno rifiutato il posto senza neppure lasciargli portare a termine il discorso in cui ha condensato mesi di meditazioni e letture sull'educazione infantile. Ora sta illustrando tempi e metodi di gestione delle giornate di Primo: un'ora di stimolazione sonora, una di stimolazione visiva, trenta minuti di stimolazione tattile. Adoperando questa musica, queste immagini e questi arnesi.
«Vorrei che si impadronisse del principio della realizzazione differita,» dice Giacomo usando un tono da divulgatore scientifico e accompagnando le parole con ampi gesti della mano. Primo sonnecchia disteso sul suo avambraccio destro. «Non è complicato come può sembrare: qualsiasi desiderio Primo si troverà a manifestare, non andrà appagato immediatamente, ma dopo un lasso di tempo proporzionale all'urgenza del bisogno stesso. Il bambino le fa intendere di aver sete? Gli darà da bere dopo un paio di minuti. Mostra attrazione verso una pallina rossa? Toglierà la pallina dalla sua portata per riconsegnargliela dopo un'ora. Così si abituerà a gestire la frustrazione in funzione di una meta e imparerà a non pretendere tutto e subito. Sono stato sufficientemente chiaro?»
Lei sta immobile con le dita aggrappate alle ginocchia. Si sforza di ridurre al minimo la mimica facciale.
«Resterebbero da affrontare le complicazioni relative alla sfera affettiva, a cui dovrebbe dedicarsi la mamma, anche per evitare orientamenti sessuali imprevisti. Il padre insegna a vivere, la madre ad amare. Questo è un problema reale.» Giacomo fa una pausa, il libro stampato ha una pagina vuota. «La prego di astenersi dalle effusioni, Primo ha una madre e non vorrei confonderlo più del necessario. E faccia in modo che il bambino stia sul letto di mia moglie per almeno mezz'ora al giorno. Giudico utile prolungare il ritmo fetale mantenendo un contatto olfattivo con lei. Anzi, facciamo un'ora.»
La candidata si dondola sulla schiena in maniera appena percettibile. «Di mia moglie per il resto non dovrà preoccuparsi, per lei ho già organizzato due turni di assistenza giornaliera con personale specializzato. Avremo modo di affrontare altri capitoli nei prossimi giorni, se mi conferma di essere interessata a questo lavoro.» Mentre lui sta pronunciando la parola "conferma", lei ha già cominciato ad assentire con ampie oscillazioni del capo e le corone concentriche dei suoi larghi orecchini di vetro tintinnano. Giacomo si mette in piedi e le tende una mano senza riuscire a trattenere un sospiro di sollievo. «L'aspetto già domani, alle otto in punto, allora. La invito a non usare profumi e a vestire in modo discreto. Personalmente, io credo nelle apparenze. Prima di salutarci mi permetta di presentarle il mio primogenito. Luca, vieni qui per favore.»
Luca è accanto a loro in un attimo: «Luca, lei è Maria Rosin Polenka, la balia asciutta di tuo fratello.» Giacomo ride:  «ti spiegherò cosa significa.»
La nuova tata spinge la sua voce robusta attraverso la gola secca, ne esce uno scricchiolio: «Marialaura.» 
«Viene dalla Russia, passerà molto tempo con noi.» Giacomo guarda Luca e lo accarezza alla base del collo. Lui si appoggia sul suo petto, il suo naso è a pochi centimetri da quello di Primo.
«Sono bielorussa.»
«Luca è un ragazzo dolcissimo, ma ancora non ha imparato ad essere responsabile e mi addolora doverlo affermare. Ha alcune abitudini da bambino di sei, cinque anni.» Giacomo torna a guardare Marialaura. «Diciamo pure quattro. Fin quando non dimostrerà di meritare una maggiore fiducia, non voglio che entri in contatto col fratellino. Siamo intesi?»
Marialaura rivolge uno sguardo interrogativo a Luca, prima di tornare a far oscillare vistosamente la testa avanti e indietro.

Immagine di Guido Scarabottolo, dalla copertina del libro © Gallucci editore.



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