Femminicidi: come ne parlano i media, cosa ne pensano gli uomini.

di redazione di NoiNo.org

Femminicidi: come ne parlano i media, cosa ne pensano gli uomini.

(Guarda il video su YouTube)

Qualcuno di voi si chiederà perché su NoiNo.org non si parla di femminicidio, in questi giorni in cui si susseguono le notizie su casi di delitti (avvenuti o tentati) contro le donne "in quanto donne". Non è un caso. Abbiamo scelto sin dall'inizio di provare ad attirare l'attenzione sulla parte nascosta dell'iceberg della violenza. Quegli abusi quotidiani che pochi (e poche) riconoscono come tali ma che tocca tanti di noi.

Vicende feroci come quelle recenti di Roma, Taranto e Pordenone fanno scattare nelle persone la risposta "Io che c'entro con questa follia?". Una presa di distanza comprensibile - anche se, lo sappiamo, non si tratta affatto di "follia". Ma come "reagiscono" i mezzi di informazione?

Vediamo regolarmente immagini della coppia sorridente, come se il femminicidio c'entrasse qualcosa con l'amore; in poco tempo sappiamo tutto della donna assassinata e quasi ignoriamo chi sia il colpevole, come se fosse un'ombra misteriosa e non un uomo come tanti, apparentemente normale; leggiamo che lei lo aveva lasciato e stava "già" con un altro, che lei voleva separarsi e lui "non ha resistito più"; leggiamo che lui era uno stalker "ma" lei non lo aveva ancora denunciato (come se se la fosse "cercata", come se tanti femminicidi non fossero preceduti da denunce e altri tentativi). 

Quindi vale la pena ragionare sui media e con i media, come fa l'attivista Lorenzo Gasparrini (sul web e anche partecipando a seminari con l'Ordine dei Giornalisti):

"L'ho uccisa perché l'amavo. Falso!", di Lipperini e Murgia, è uscito ormai anni fa. Ci sono riportate - tra le altre cose illuminanti - le direttive della IFJ (Federazione internazionale dei giornalisti) per l'informazione sulla violenza contro le donne. Tutte ancora sistematicamente largamente ignorate in Italia.

Ecco alcuni brani di questo decalogo, come riportato dalla rete Gi.U.Li.A  (Giornaliste Unite Libere Autonome) - sul loro sito potete leggerle per esteso.

1. Identificare la violenza inflitta alle donne in maniera esatta [...]; 2. [...] uno stupro o un tentato stupro non possono venire assimilati ad una normale relazione sessuale; [...] il traffico di donne non va confuso con la prostituzione. [...] Evitare di colpevolizzare in qualche modo la persona sopravvissuta alla violenza ("se l'è cercata") [...]; 3. Le persone colpite da questo genere di trauma non sempre desiderano venir definite "vittime" [...]; 4.  [...] Sta ai media evitare di esporre la persona intervistata ad ulteriori abusi [...]; 5. Trattare la sopravvissuta con rispetto. [...]; 6.  [...] Utilizzare l'opinione di esperti [...], contribuendo a sconfiggere l'idea che la violenza contro le donne sia una tragedia inesplicabile e irrisolvibile. 7. Raccontare la vicenda per intero [...] mostrare anche come la violenza s'iscriva in un problema sociale ricorrente [...]. 8. Difendere la riservatezza [...]; 9. Utilizzare le fonti locali [...] esperti, organizzazioni di donne o territoriali; 10. Fornire informazioni utili [...] per tutte le altre persone che potranno venire colpite da un'analoga violenza. 

Come vedete, non riguardano solo i casi di femminicidio. Anche la campagna #GiornalismoDifferente delle blogger di Narrazioni Differenti allarga il campo: sette rivendicazioni (da "Un femminicidio non è colpa della disoccupazione!" a "Vogliamo parlare di donne vive - e fuori dai ghetti rosa") e l'accusa al giornalismo italiano di "continuare a utilizzare un linguaggio, delle immagini e un immaginario retrogrado, violento e discriminante."

Non citiamo queste iniziative per additare i mezzi d'informazione come massimi colpevoli di azioni troppo gravi e complesse per ridurne le cause. Ma vale la pena porsi delle domande perché, per citare ancora le blogger di Narrazioni Differenti "La realtà dipende (anche? NdR) dalle sue rappresentazioni. Di pari passo vanno le modifiche di una e delle altre, a specchio."

Voi che ne pensate? Vi sentite coinvolti da queste rappresentazioni, avete l'impressione che il problema in qualche modo vi riguardi? E in generale, da uomini, vi sentite raffigurati correttamente dai media? Qui a lato trovate i link ad alcuni contributi maschili pubblicati in rete. Potete aggiungere il vostro punto di vista con un commento!

Foto CC Marco Monetti da Flickr



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