di redazione di NoiNo.org
Premessa: di cosa parliamo quando parliamo di violenza. La violenza contro le donne è sessuale e fisica ma anche psicologica (svalutazione, umiliazione, isolamento, controllo), persecuzione (stalking), economica, assistita (quella tipicamente subita dai figli). Molti volti, purtroppo quasi sempre maschili: per questo si chiama anche violenza di genere.
Chi compie violenza non è un "mostro". Nella maggior parte dei casi gli uomini che agiscono in modo violento contro le donne non sono malati mentali, tossicodipendenti, poveri e ignoranti, immigrati, "diversi". Sono "uomini normali", spesso legati alle vittime da rapporti familiari o affettivi (mariti, ex partner, padri, conoscenti) che esprimono controllo e possessività nei confronti della loro partner, che non accettano di essere rifiutati o lasciati.
La violenza non è mai giustificata. Non esistono "ma" o "però", chi compie violenza contro una donna è responsabile delle proprie azioni. Non lo fa perché "provocato" né tantomeno perché "depresso" o "disoccupato", "accecato dalla gelosia" o "innamorato respinto" (anche se è così che, troppo spesso, i media raccontano i casi peggiori). Gli uomini che, anche in una situazione di difficoltà, non scelgono la violenza sono la maggioranza. Ma è ora che lo dicano pubblicamente.
È un problema nostro (e noi possiamo essere la soluzione). Il che non vuol dire che tutti gli uomini compiano quotidianamente violenze all'interno delle mura domestiche. Ma che il problema è così diffuso che sta a noi accettare che ci riguarda, metterci in discussione, provare a cambiare le cose e la mentalità delle persone e degli uomini. Noi compresi.
Gli uomini non sono violenti per natura. Come le donne non nascono vittime, deboli, predestinate a subire, così i maschi non hanno la sopraffazione iscritta nel DNA. Tutti, maschi e femmine, subiamo dei condizionamenti culturali, sociali e psicologici. Quelli previsti per i maschi ci consegnano la violenza come scelta predisposta per noi. Ma ognuno di noi può scegliere, fermarsi, riflettere. E cambiare.
Non ci dividiamo in buoni e cattivi. La violenza è fatta di molte sfumature di grigio: le sue forme estreme, come le botte, oggi sono condannate da tutti (anche se fino a ieri erano considerate "legittimi metodi correttivi"). Ma le violenze meno visibili (psicologica, economica, stalking) sono spesso difficili da riconoscere, sia per chi le subisce che per chi le compie. Non pensiamo quindi di essere immuni per "costituzione", ma di scegliere, giorno per giorno, di non voler essere uomini violenti.
NoiNo significa "Noi non lo accettiamo", non "Noi non c'entriamo niente". Aderire a NoiNo.org (e farlo sapere) serve a lanciare un messaggio "da uomo a uomo". Più saremo, più sarà chiaro che un comportamento violento in una relazione non viene giustificato dagli altri uomini. Chi sceglie la cultura dell'abuso, del diritto al controllo e della donna come proprietà non può più contare sul silenzio e sulla solidarietà tra maschi.
La violenza non è un fatto privato. Mai. Rifiutiamo la cultura del "tra moglie e marito non mettere il dito". La violenza non è una forma d'amore o un eccesso di sentimento, non è una questione di "panni sporchi da lavare in casa". Anche quando riguarda due adulti legati da un rapporto familiare affettivo, questo non giustifica né affievolisce le responsabilità di chi compie azioni violente. E di chi assiste, sente, sa senza intervenire.
Ognuno di noi può fare qualcosa. Il primo passo è aderire personalmente a NoiNo.org. Poi possiamo continuare a informarci e a coinvolgere altri uomini (amici, colleghi, fratelli). Il percorso prosegue rifiutando il linguaggio, la cultura e la pratica sessista, in quanto uomini. Abbiamo la libertà e la possibilità di reagire di fronte a una battuta misogina, di parlare con quell'amico che... di cercare altre parole per dire, e per pensare, le donne, l'amore e noi stessi.
Spezziamo la catena degli stereotipi. L'idea ancora maggioritaria di "vero uomo" imprigiona prima di tutto noi: ci dice come dovremmo essere e cosa dovremmo fare nella società e nelle relazioni. Il modello di "maschio tipo" ci impedisce di essere pienamente noi stessi; di scoprire tutti i modi in cui possiamo essere uomini. Esserne consapevoli vuol dire cominciare a liberarcene. Per noi, prima ancora che per le donne.