Gli scivoloni di Diamanti e una riflessione sugli insulti

di redazione di NoiNo.org

Gli scivoloni di Diamanti e una riflessione sugli insulti

Durante la partita Bologna - Genoa, il 19 maggio, NoiNo.org ha distribuito le cartoline della campagna. Purtroppo, proprio in questa partita, il nostro testimonial Alessandro Diamanti ha fatto un paio di scivoloni. Il secondo scivolone l'ha portato all'ospedale per accertamenti su un trauma al polso destro (che pare si risolva senza conseguenze, per fortuna). La prima caduta di stile invece è stata verbale. Alino, a conclusione di uno scontro con Borriello, ha dato tre volte di fila del "finocchio di merda" all'avversario. La cosa è stata ampiamente riportata dai media e poteva avere conseguenze gravi per il calciatore, dato che gli insulti omofobi violano il codice etico della Nazionale. Il CT Prandelli e i giocatori hanno buttato prontamente acqua sul fuoco e la cosa sembra finita lì. Diamanti ha in pratica affermato che per lui quello solo un insulto come un altro, sfuggito in un momento di "trance agonistica". In partita ci si insulta a più non posso, come sa chiunque sia mai stato sul più spelacchiato campetto di periferia, poi finisce tutto... Noi non mettiamo in dubbio l'intenzione, anche se da un toscano come lui ci saremmo aspettati un po' più di fantasia anche in questo campo. E non crediamo che ogni parola debba essere l'occasione per un processo (soprattutto per un processo del lunedì). Ma questa parola è l'occasione per una riflessione: quando finiremo, noi maschi più o meno sportivi, di avere piantata nella testa l'idea che essere "finocchio" (un effemminato, orrore, uno che somiglia a una donna) sia l'insulto più grave da fare a un altro maschio? Quando cominceremo a pensare che la risposta migliore, in casi come questi, sarebbe "Non m'hai mica insultato, così. Lo vuoi sentire, un insulto vero?" Ecco, sarebbe utile che una riflessione simile la facessimo tutti noi, in pubblico. Forse così aiuteremmo anche i personaggi pubblici a diventare sinceramente consapevoli che, volenti o nolenti, rappresentano un esempio per tanti ragazzi. Tra cui sicuramente ci sono anche molti "finocchi".



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