Parole contro lo stalking: intervista a Nicky Persico, avvocato e scrittore.

di redazione di NoiNo.org

Parole contro lo stalking: intervista a Nicky Persico, avvocato e scrittore.

Del suo romanzo "Spaghetti paradiso", storia di un praticante avvocato che si trova a difendere due vittime di stalking, abbiamo già parlato in un precedente post. Non sappiamo se vi è piaciuto (a proposito, i commenti sono sempre benvenuti) questo noir dell'ormai nutrita scuola "legal-pugliese" che si aggiunge ai titoli di Carofiglio e De Cataldo. Ma di sicuro vi interesserà la storia dell'autore, Nicky Persico: avvocato, animatore di un gruppo Facebook di sostegno alle vittime di persecuzione, scrittore per passione e per desiderio di divulgare a un vasto pubblico la sua esperienza, estensore di una proposta di legge sullo stalking. Lo abbiamo intervistato.

- Quando e perché ha deciso di aprire il gruppo FB?
- Nel 2008, dopo aver pubblicato alcune mie riflessioni sullo stalking, e dopo il riscontro ottenuto da vittime che le avevano trovate corrette e utili. Grazie a questo mezzo molte vittime hanno potuto leggere testimonianze, che pubblicavo dietro autorizzazione ma senza citare il nome, e iniziare un percorso di consapevolezza. Il cosiddetto sommerso era - ed è - vastissimo, e molto dipende dal fatto che le vittime in molti casi non sono del tutto consce di quel che stanno subendo: se ne addossano le colpe, tendono a giustificare il persecutore, oppure si sentono disorientate, sole, confuse e così via. Il confronto con altre vittime e il dialogo sensibile offerto da chi ci era già passato o ci era dentro, le aiutavano a comprendere che quello che stava loro accadendo non era un unicum, ma qualcosa di ben preciso e purtroppo diffuso. Spesso, poi, le vittime legavano tra loro, proseguendo l'interlocuzione e l'aiuto reciproco in privato. Questo modello è stato poi esportato nel forum Nientecifu gestito dalla Cgil di Bari. La parte più difficile del viaggio è uscire dalla porta: io ho voluto crearne una, e a quanto pare ha funzionato.

- Aveva già avuto a che fare con stalker e vittime nel suo lavoro di avvocato?
- Sì. Sin da molti anni fa. Ed ho iniziato a chiedermi quale fosse la ragione del fatto che le vicende presentavano sempre, in misura variabile, tratti comuni. Ho iniziato a chiedermi perché, ad informarmi, ed a leggere libri di esperti, e questo percorso non si è mai arrestato.

- Da dove viene la sua sensibilità al fenomeno della violenza maschile?
- Dal fatto che non le sopporto proprio, queste cose. Ci sono persone devastate da questi fenomeni, e non mi riferisco solo alle violenze fisiche. Naturalmente non sono solo donne, anche se sono la stragrande maggioranza. A volte il senso di rabbia che ho provato è stato forte. Spesso non riuscivo a risolvere la situazione, perché la vittima si ritraeva, cambiava idea, aveva paura. E più andavo avanti, più mi incaponivo a pormi domande. Insomma: ho quasi fatto, negli anni, lo stesso percorso di una vittima: inconsapevolezza, comprensione, reazione. E tutto quello che ho visto mi ha spinto ad attivarmi. Ho conosciuto persone che hanno radicato in me il desiderio di fare, almeno un poco. Persone come Francesca Baleani, Eleonora Giovannini, Giovanna Ferrari, e tantissime altre. Insomma: avevo capito alcune cose, e non potevo starmene con le mani in mano. Tutto qui.

- Gestiva lei direttamente il gruppo? Come è stato l'impatto emotivo con le utenti?
- All'inizio sì. Ma in breve le persone che mi hanno aiutato sono diventate tante, ed il gruppo ha iniziato ad essere amministrato da molte persone, e lo è ancora oggi: anche esponenti delle forze dell'ordine, scrittrici, vittime o ex vittime, e così via. L'impatto è stato forte. Il gruppo cresceva a dismisura, ed è stato lì che ho avuto la percezione della portata del fenomeno. Sono state molte anche le cose positive, perché molte persone hanno trovato proprio lì, in quel gruppo, un conforto, e magari la forza di iniziare a tentare di uscirne.

- Come risponde a chi ritiene che l'attuale allarme sia esagerato, o solo mediatico?
- In modo chiaro: non lo è. Certo, come tutte le cose umane, ci sarà certamente una quota di strumentalizzazione, ma in gran parte parlarne serve comunque. C'è sempre qualche vittima che può trarne beneficio, potenzialmente. C'è sempre qualche persona che può trarne una riflessione che magari il giorno dopo gli consentirà di aiutare con più efficacia o comprensione qualcuno. Vale sempre la pena provarci. Però c'è una cosa che voglio anche dire: il livello di sensibilizzazione, oggi, è certamente aumentato rispetto agli anni precedenti all'entrata in vigore della normativa sullo stalking, ma siamo giunti al punto che è necessario, adesso, fare un passo avanti con qualcosa di più concreto. Per questo, parlandone con Lara Cardella alla Fiera dei Librai di Bergamo, dove abbiamo presentato insieme i nostri libri, abbiamo maturato anche l'idea di adottare qualche iniziativa che stimolasse l'adozione di nuovi strumenti normativi, e nel contempo - per non presentarci a mani vuote - abbiamo abbozzato una nostra proposta, specificando che può essere tranquillamente modificata, integrata, riformata o altro, purché si intervenga. Abbiamo iniziato a spargere la voce, ma per un paio di mesi è restata sostanzialmente inascoltata, fin quando Pino Gesmundo della Cgil Bari, venutone a conoscenza, si è offerto immediatamente di darci man forte: il 1 luglio a  Bari alla presenza di Valeria Fedeli - Vice presidente del Senato - di Giovanna Ferrari, Beatrice Monroy ed altre persone, con Rossella Brescia che si è prestata immediatamente a farci da testimonial, l'abbiamo presentata. Altri parlamentari si sono dichiarati disponibili a sostenerla, e Valeria Fedeli ha pubblicamente dichiarato che è ottimista sul buon esito e sulla validità della proposta stessa (salvo, ovviamente, modifiche e rifiniture). Oggi chiedo anche tramite voi di supportarla.

- Ha subito accuse o attacchi da uomini negazionisti?

- Ovviamente si: ciclicamente sul gruppo si affacciano "troll", o accadono cose simili. Ma le loro motivazioni sono inconsistenti, o dettate da volontà di mero disturbo. Ci siamo limitati a bannare, oppure - in alcuni casi - a interessare l'Autorità Giudiziaria. Credo sia fisiologico, e comunque non bisogna preoccuparsene. Il metodo è lo stesso del consiglio che più frequentemente dispensiamo: denunciare. Molte persone sono convinte che su Facebook si goda di una sorta di impunità nell'offendere, diffamare o disturbare. Bene, non è così. La legge c'è, e la polizia postale pure, e sono efficientissime. Molti sono anche convinti di essere inidentificabili: si sbagliano anche loro.

- Conosce altri uomini che si occupano come lei di questo fenomeno?
Mi fa molto piacere dire che sin da subito moltissimi uomini hanno offerto ed offrono ancora il loro apporto. Molti degli amministratori del gruppo appartengono alle forze dell'ordine, o al mondo giudiziario. Ci sono poi esperti di arti marziali o similari, come il Krav Maga, con i quali sono stati organizzati anche corsi gratuiti per vittime: aiutano ad incrementare e recuperare l'autostima. Insomma, gli uomini ci sono sempre stati, nel gruppo, e pure tanti. E in generale secondo me sono molti di più di quanto comunemente si creda. Semplicemente, se vogliamo stemperare, possiamo affermare che di fatto difendono la categoria. Perchè un uomo non offende, non picchia, non umilia una donna. E non usa l'anonimato per spaventare, molestare o intimidire.

- Come è stato accolto il suo impegno nel suo ambiente lavorativo, sociale, privato? Le hanno mai chiesto "Ma perché ti occupi di queste cose da femminista?"
- Si, qualcuno all'inizio mi chiedeva "Ma tu, che sei un uomo, perché ti occupi di questo?". Beh, questa cosa la comprendevo, ma non mi piaceva, perché ho realizzato che si concepiva questa violenza come se fosse in qualche modo connessa al fatto di essere uomo: è una trappola, a mio avviso, che crea uno scontro tra generi anche quando così non è. Io ho una figlia, ad esempio: cosa può portare a pensare che non la difenderei? Come uomo ognuno di noi ha legami, e li proteggerebbe con forza, se necessario. La persecuzione, la violenza, hanno matrici caratteriali, che trovano in una sub-cultura solo un substrato di appoggio, una scusa, una specie di giustificazione. Ma in fondo è manipolazione anche questa, solo che opera a livello sociale. In realtà conosco casi di persecuzione assolutamente trasversali, anche figlio-padre, o tra persone dello stesso sesso. L'idiozia è asessuata, e la cattiveria pure.

- Può fare un identikit dello stalker tipico, se esiste?
- In molti casi si tratta di persone anaffettive, connotate da inettitudine e contemporaneo delirio di onnipotenza. Vili, incapaci di amare la vita, di mettersi in discussione e quindi di crescere. Generalmente sono persone vuote, grette, ed anche crudeli. Insomma, potrebbero cambiare, se solo avessero un po' di dignità: quella stessa dignità che vampirizzano e distruggono nel loro perseguitare le vittime, nel distruggerne l'autostima, nel far credere loro di essere inadeguate, incapaci, sbagliate quando invece sono persone meravigliose. Per semplificare il concetto, quella del persecutore è pura, semplice, banale e squallida invidia all'ennesima potenza. Non voglio banalizzare, ma credo che il concetto-base sia questo.

- Come è nata l'idea di trasformare l'esperienza reale in narrativa? Aveva già esperienze come autore di fiction?

- Avevo pubblicato qualcosa: piccoli racconti. Mi sono cimentato mosso dall'idea di raccontare senza essere pesante, e quindi divulgare. Da qui l'idea del romanzo, pubblicato con un piccolo editore. Poi è accaduto qualcosa di inaspettato: si è a quanto pare rivelato un talento narrativo che non sapevo di avere, e la grande editoria lo ha notato. Dopo quattro mesi in libreria i diritti sono stati acquistati da Baldini&Castoldi, e il mio attuale contratto prevede tre romanzi con lo stesso protagonista, su temi ovviamente diversi. Insomma, sono diventato uno scrittore, a quanto sembra, e neanche me ne sono accorto. È piaciuto il personaggio: Alessandro Flachi è un praticante avvocato un po' goffo, maldestro, pasticcione. Uno che non vuole apparire, ma che suo malgrado si ritrova coinvolto in situazioni più grandi di lui. E non si perde d'animo. Si rimbocca le maniche, "mena le mani" e alla fine ce la fa, aiutato da persone semplici come lui. Ma sempre con ironia, leggerezza e amore per la vita. Insomma, vengo lanciato come creatore - addirittura - di un nuovo genere letterario ribattezzato "smart-thriller". Ovviamente sono molto soddisfatto, ma vi prego di credere che sono altrettanto incredulo.

- Quali sono le sue fonti di ispirazione letteraria, i suoi modelli?
- I miei miti sono Bukowsky, Grisham e Benni. Mi hanno incantato, con la loro capacità di avvincere con gli intrecci, per Grisham, con la profondità, per Bukowsky, e con la straordinaria ironia, per Benni. Sogno ad occhi aperti che un giorno legga il mio libro, e che mi dica almeno “Proprio schifo schifo non fa: mi è quasi piaciucchiato”. Potrei piangere di gioia, per questo.

- Vuole segnalarci altri libri (saggi o romanzi) che secondo lei sono illuminanti sul tema dello stalking?
- Marie-France Hirigoyen: Molestie morali - La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro; Isabelle Nazare-Aga: La manipolazione affettiva - Quando l’amore diventa una trappola; e soprattutto Anna C. Salter: Predatori - Chi sono, come agiscono e quali sono gli strumenti per proteggere noi e i nostri figli. Duro, se vogliamo, ma andrebbe letto da tutti. Io lo considero un lavoro mirabile, che alla sua autrice deve essere costato un immane sacrificio: è un vaccino, perché ti fa vedere il male, anche quello che non immagini, per quello che è. Almeno, poi, sai che esiste, e che potresti dovertene difendere.



4 Commenti


Nicky Persico
22/11/2013

Salve a tutti. Mi hanno segnalato il commento della Sig.ra Maria Sabato, che ringrazio per l'attenzione dedicata al mio libro. In effetti, a causa di una sorta di 'riconfigurazione' societaria, il libro è andato esaurito e la ristampa ha tardato un po'. Ora la distribuzione è praticamente normalizzata, e nel frattempo il testo - in versione e.book - si è attestato nella top ten delle classifiche Letteratura e Narrativa Amazon. Qui la notizia su Repubblica: http://libri-bari.blogautore.repubblica.it/2013/11/06/spaghetti-paradiso-il-libro-che-visse-due-volte/ Spero la Signora sia nel frattempo riuscita a reperirlo, ma nel caso occorra la prego contattarmi o sul mio profilo facebook o tramite la pagina fan "Spaghetti Paradiso". Ancora grazie a tutti e a presto. Nicky Persico


Redazione NoiNo.org
23/09/2013

Maria, a noi non risulta che tu sia stata esclusa né dal blog né dalla pagina Facebook. Forse cancellando il commento di qualche "troll" provocatore abbiamo cancellato anche una tua risposta? Per il libro di Persico, prova a contattare la pagina Facebook dedicata. Facci sapere.


Maria Sabato
16/09/2013

Vi vorrei informare, che improvvisamente mi sono vista esclusa dal gruppo,non so perchè,forse qualche commento non vi è piaciuto ma potevate dirmelo (non uso scrivere parolacce ,quindi)State usando la parola "Escledere",anche questa è una sottile forma di violenza,Il libro del Dottor Persico non si trova nelle librerie ,,dicono che non è più in produzione!Ho letto alcuni stralci e li trovo molto interessanti e comuni a tutti i tipi di stalking,come l'associazione a modalità mafiose che usano "l'invisibilità e il silenzio"come nella mia terribile storia!Vi prego di rendermi partecipe delle vostre decisioni che vi hanno spinto a questa "esclusione, anche solo con una notifica o messaggio su FB"Grazie!


Ellena
30/07/2013

Salve, vi scrivo per chiedervi se potete parlare anche di questo, denunciando qualcosa che rischia di divenire l'ennesima violenza contro le donne nel nostro paese, dopo quella sessuale già subita. Le sentenze che vengono date in Italia agli stupratori spesso mi hanno indotta a pensare che sia meglio non denunciare, perchè dopo un processo subito dalla vittima ancor più che dai carnefici, si arriva quasi ad una stretta di mano ed una pacca sulla spalla. Ora la cassazione prima assolve gli stupratori (reiconfessi) di una ragazzina, poi arriva a questo: http://www.repubblica.it/cronaca/2013/07/23/news/consulta_stupro_di_gruppo_no_al_carcere_preventivo-63559561/ Il tutto corredato dalla camera che toglie la carcerazione preventiva per il reato di stalking, mentre un mucchio di donne muoiono proprio per mano di uomini che hanno già denunciato per queste persecuzioni.


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