16/12/2013
Natale è alle porte, per non dire alle calcagna: ultimi giorni utili per i regali e quindi, per chi è genitore, di giocattoli. E che c'entrano i balocchi con NoiNo.org? Ce lo scrive Gianluca, 39 anni, "Papà di un figlio maschio treenne", che aderisce alla community NoiNo.org.
"Vado nel negozio di una nota catena di giocattolerie dal nome latineggiante alla ricerca del regalo da mettere sotto l'albero. Ma il paese dei balocchi è un attentato alla serenità della famiglia. Della mia, almeno! Guardate le foto che vi mando (scusate la qualità).
Cominciamo dal set per piccoli veterinari. Ci faccio caso perché la mamma del treenne fa proprio la veterinaria. Ma nella foto della scatola LUI è il piccolo veterinario, LEI è la piccola infermiera (il set fa parte della serie "I will be, da grande voglio fare
"). Non ci siamo: poi cominciano i dibattiti su chi porta il camice, chi porta la cuffietta, chi porta i pantaloni...
Guardiamo un po' più in là: in tutti i giochi scientifici o sportivi sulla scatola c'è sempre un maschietto. Ma io sono stato rimandato in tutte le materie scientifiche e non metto la palla in porta manco da un metro. Cambiamo area, non sia mai che il pargolo, una volta adolescente, venga deluso dalla figura maschile di riferimento.
Poi ci sono gli elettrodomestici-giocattolo. Potrebbe essere pedagogico fargli trovare la sua lavatrice, il suo asse da stiro, il suo aspirapolvere, e così smetterebbe di sabotare quelli veri. Ma sono tutti rosa! E se i lavori di casa sono roba da femmine io che faccio, comincio a lavarmi le magliette di nascosto? E se a trent'anni me lo ritrovo ancora in casa che chiede alla mamma di stirargli la canotta con le borchie, come nella canzone degli Skiantos?
E la cucinetta? Se giochiamo a preparare la cena insieme come facciamo spesso, per non farlo sentire una femminuccia dovrò maltrattarlo come un Master Chef qualunque? Insomma, mi sorge un dubbio - si chiede il nostro Gianluca - sono IO a essere strano, anche se faccio più o meno le stesse cose che fanno i miei coetanei padri che conosco? O sono questi giocattoli che sono rimasti indietro?"
Gianluca ci scherza giustamente sopra, anche i "giochi sessisti" pongono delle questioni serie. L'attività ludica è, il modo in cui i bambini e le bambine "mettono in scena" i loro ruoli sociali, di cui fa parte anche il proprio ruolo di genere. I giocattoli sono allo stesso tempo i "costumi di scena" di questa rappresentazione e un potente strumento di persuasione. E se il mercato, i media e anche i genitori spiegano ai piccoli che esistono giochi rigorosamente da maschietto e giochi solo da femminuccia, sarà per loro difficile liberarsi dai condizionamenti e dalle forzature di stereotipi così rigidi. Naturalmente, negli anni la pedagogia è diventata attenta a questi temi. Ma sembra che in molti casi il marketing per l'infanzia non abbia seguito questa evoluzione.
In molti casi ha esasperato le differenze, o creato OGM mostruosi come le bamboline velinoidi o i tartarughini anabolizzati. Le regole del mercato come sempre sono segmentare il target, allargare il portafoglio prodotti, creare proposte (mini) customer oriented, cavalcare le tendenze (più effimere sono meglio è).
D'altra parte quale "influenzatore d'acquisto" migliore del rampollo di famiglia, meglio se figlio unico e concepito in zona Cesarini? Alla nascita dei figli i padri italiani hanno 36 anni in media, in caso di genitori stranieri si scende a poco meno di 34, con un tasso di natalità di 1,39 figli per donna (dati ISTAT 2011). E la creatura è sempre un piezz'e'core, anche con la crisi. Che fare?
Prima di tutto, essere consapevoli, sdrammatizzare, porre il problema a chi ancora non l'ha fatto. Può essere utile allo scopo l'agile manualetto "Gioca Jouer" ispirato dalla "Campagne contre les jouets sexistes" realizzata da una rete di associazioni francesi e redatto da Comunicattive, che insieme a Studio Talpa segue il progetto NoiNo.org. Lo potete scaricare qui a lato. Ma vi state chiedendo che giocattolo ha comprato alla fine Gianluca?
"Un monopattino. Viola. Sulla scatola c'era fotografato un monopattino. A quanto pare le croste sulle ginocchia, almeno quelle, stanno ancora bene sia ai maschi che alle femmine."