Violenza di genere

Cos'è e quanto è diffusa la violenza maschile contro le donne.

Dati: i conti alla rovescia.

In Italia, uno o più uomini hanno esercitato violenza fisica o sessuale nell'arco della vita di 6 milioni 788 mila donne.

In Italia, uno o più uomini hanno esercitato violenza fisica nell'arco della vita di circa 4 milioni di donne.

I tentati stupri e gli stupri e sono compiuti nel 67,7% dei casi da uomini vicini alle donne aggredite: conoscenti (32,8%), amici (16,9%), parenti (5,3%), colleghi (9,7%) e amici di famiglia (3%).
 
In 5 anni (tra il 2009 e il 2014), l'11,3% delle donne dai 16 ai 70 anni ha subìto almeno una forma di violenza fisica o  sessuale: la percentuale corrisponde a 2 milioni 435 mila donne. 
 
Nel 2014 sono circa 4 milioni 400 mila le donne che dichiarano di subire o di avere subìto violenza psicologica dal partner attuale, il 26,4% della popolazione  femminile in coppia.
 
Nel nostro paese, ogni 7 minuti un uomo stupra o tenta di stuprare una donna.*

In Italia, ogni 3 giorni un uomo uccide una donna (oltre 119 donne uccise ogni anno, tra il 2009 e il 2019).**

Notate qualcosa di diverso dal solito nel modo in cui abbiamo esposto i dati? Le ricerche da cui li abbiamo tratti riguardano le donne. Noi abbiamo scelto di rovesciare i numeri, di proposito, per spostare lo sguardo dalle vittime agli autori. E guardare in faccia una realtà spiacevole: la violenza che colpisce le donne proviene soprattutto dagli uomini. Per questo, quando si usa l'espressione "violenza di genere", si sottintende che il genere è quello maschile.


Definizioni: cos'è la violenza di genere?

Non è solo l'aggressione fisica di un uomo contro una donna, né la sua forma più estrema, il femicidio. La violenza maschile contro le donne include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, molestie sessuali, persecuzioni, compiute da un uomo contro una donna in quanto donna. Azioni quasi sempre ripetute nel tempo, compiute da uomini molto diversi tra loro per età, condizione sociale, livello di istruzione, nazionalità, religione. Non da "mostri". E di solito neanche da sconosciuti. I partner e gli ex partner compiono più frequentemente tutte le forme di violenza fisica rilevate e sono responsabili della maggioranza degli stupri. 

La violenza di genere è un fenomeno diffuso in tutto il mondo, legato alla strutturale disparità sociale, economica e di potere tra uomini e donne. Dipende da molte cause, fattori e condizioni. Ma una cosa è sicura: non fa parte per natura dell'essere maschi. L'informazione, la formazione e la riflessione possono fare la differenza: in particolare quando coinvolgono le persone più giovani e gli adulti con ruoli educativi. 


Web: la violenza virtuale che crea sofferenze reali.

Atti persecutori in rete (cyberstalking), molestie sessuali on line, condivisione non consensuale di immagini intime, pornografia indesiderata, estorsione sessuale (sextorsion), pubblicazione di informazioni private (doxing)…

Nell'era digitale la violenza di genere ha trovato nuovi canali: 1 donna su 3 nel mondo e 9 milioni di donne e ragazze in Europa hanno subìto atti di violenza virtuale (rapporto UN Broadband Commission, 2015). Che non si fermano alla rete.

Secondo l'Istituto Europeo per l'Uguaglianza di Genere (EIGE, 2017), la violenza on line rappresenta un continuum rispetto alla violenza off line. E, come accade nel "mondo reale", viene agita sproporzionatamente dagli uomini nei confronti delle donne, in particolare da partner ed ex partner.

Agli abusi digitali nelle relazioni private si aggiungono pratiche come la pornografia non consensuale: gruppi di soli uomini che su Telegram scambiano immagini private con contenuto sessuale (materiale pedopornografico compreso). Nel 2020 l'associazione Permesso Negato ha contato 89 gruppi in Italia, per un totale di 6.013.688 utenti attivi in più gruppi: il canale più numeroso sfiora un milione di utenti unici. Dal 2019 queste pratiche sono un reato penale, anche grazie al lavoro di ricercatrici e attiviste come Silvia Semenzin e  Lucia Bainotti.

Infine, citiamo i discorsi d'odio (hate speech): commenti misogini e insulti diffusi sui social network e i media on line, in particolare sui canali delle donne più visibili (giornaliste, politiche, influencer). Il "sessismo da tastiera" (la definizione è di Amnesty International) alimenta i pregiudizi, produce vere sofferenze e danni sociali concreti. Un circolo vizioso tra web e realtà, che può essere interrotto solo accompagnando la generazione dei nativi digitali verso una maggiore consapevolezza.

Dal 2016, NoiNo.org fa la sua parte con il suo programma di laboratori educativi e l'attività divulgativa on line. Che nel biennio 2020-2022 si concentrano proprio sulla violenza di genere in rete.


* Dati tratti dalla ricerca ISTAT del 2014 "La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia" I dati nazionali e internazionali sono esposti e comparati dallo studio "Gender Based Violence: le violenze maschili contro le donne." commissionato dalla Fondazione del Monte a Giuditta Creazzo, ricercatrice e socia della Casa delle Donne di Bologna - per non subire violenza.

** Dati dal sito Femicidio, che raccoglie il monitoraggio effettuato dalla Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna sulla stampa locale e nazionale. 



Teenager e violenza, nella rete delle relazioni.

Quanti uomini adulti e ragazzi esercitano violenza nei confronti di giovani donne? Quanto è diffusa la violenza nelle relazioni tra teenager? È difficile rispondere con dei numeri, specie se recenti. Secondo i dati Istat, le violenze fisiche e sessuali e le molestie sono in calo tra le ragazze tra i 16 e i 24 anni, che d'altra parte subiscono la violenza psicologica più della media nazionale. Ma l'ultima ricerca nazionale è del 2014.

A proposito di dati, ricordiamo che le ragazze al di sotto dei 18 anni che entrano in contatto con i centri antiviolenza non possono essere registrate nei database delle associazioni, perché la violenza sui minori è un reato procedibile d'ufficio. I servizi territoriali forniscono comunque alcune coordinate. Nel rapporto annuale dell'Osservatorio Regionale sulla Violenza di Genere della Regione Emilia-Romagna, le ragazze tra i 16 e i 24 anni sono il 16% delle donne che sono finite al pronto soccorso per una causa violenta nel 2020.

A livello nazionale, nell'anno del lockdown le chiamate al numero antiviolenza 1522 sono aumentate del 79,5%: tra queste, un 2% riguarda proprio le giovani donne. Secondo le stesse rilevazioni, tre volte su quattro il luogo degli abusi è la casa: per questo i figli e le figlie degli uomini maltrattanti e delle loro partner sono vittime di violenza assistita.

E come vanno le cose tra i ragazzi e le ragazze? Alcune ricerche, pubblicate da istituzioni, media e associazioni in Italia, mostrano quanto tra teenager siano accettati gli abusi nelle relazioni di intimità (controllo, minacce, imposizioni).

Come mai? Forse perché i giovanissimi (maschi ma non solo) troppo spesso non riconoscono questi comportamenti come forme di violenza vera e propria. Per un giovane tra i 18 e i 29 anni su quattro, la violenza sulle donne è dovuta a raptus momentanei, giustificati dal cosiddetto troppo amore e va affrontata dentro le mura di casa (ricerca WeWorld onlus, 2015).

Una percentuale preoccupante di teenager di entrambi i sessi tollerano i comportamenti violenti e possessivi nell'ambito di una relazione, mentre i maschi in particolare condividono una visione ancora fortemente sessista e stereotipata delle differenze di genere (ricerca Skuola.net, 2015).

Anche la violenza esercitata in rete è in gran parte legata al genere: più di una indagine condotta in USA e in Europa (Istituto Europeo per l'Uguaglianza di Genere, 2017) mostra che per le ragazze e le giovani donne è più probabile subire cyberstalking e molestie sessuali on line.

Il web è fonte di timori per tutte e tutti, però. In Italia, il 19% delle ragazze e il 35% dei ragazzi sono stati vittime di messaggi con contenuti a sfondo sessuale inviati per deriderli (Il Barometro dell'Odio - Amnesty International, 2020). E ricevere ricatti online per l'invio di immagini a sfondo sessuale rappresenta una preoccupazione per il 19% dei 12-18enni (indagine Telefono Azzuro - Doxa Kids 2018).

Comunicazione: Studio Talpa | Comunicattive