Esci dal gruppo, sfigato controcorrente!

di IV Q Liceo Galvani

Esci dal gruppo, sfigato controcorrente!

Alessandro, Edoardo, Pietro e Gianmaria frequentano la IV Q del Liceo Galvani. Quando nel corso del progetto NoiNo.org Lab abbiamo chiesto agli studenti di riunirsi in gruppi, loro hanno scelto di mettersi insieme, tra maschi. Hanno scelto di ragionare sulla diffusione non consensuale in rete, quegli scambi di immagini private a sfondo sessuale diffuse tra gli adolescenti, usate spesso come forme di ricatto, ritorsione o bullismo. Si sono resi conto che queste forme di violenza sono sempre agite dai ragazzi contro le ragazze. E che dalla pressione ad uniformarsi al gruppo ci si può sottrarre, andando controcorrente

Non è difficile ammettere che ricattare la propria ex ragazza pubblicando su un qualunque social network sue foto in cui viene mostrata in pose sexy, o quantomeno provocanti, sia un'azione totalmente spropositata ed evidentemente scorretta. Tuttavia sono avvenimenti abbastanza frequenti tra noi giovani. Pubblicando una foto in rete la esponiamo potenzialmente alla visione di un pubblico vastissimo e non solo limitato al nostro abituale gruppo di amici. Pertanto, questa forma di violenza tende a "isolare" la vittima e, se questa non riceve supporto morale, può portarla anche alla depressione. Questo tipo di sopruso è aggravato dal fatto che molti - si intenda, maschi - non ne comprendono la gravità, e magari condividono con inspiegabile leggerezza una foto o un post di questo tipo. Il web non perdona e non dimentica: tutti ci sentiamo più spavaldi dietro ad uno schermo, e conseguentemente tendiamo più facilmente a commentare in modo ostile e denigratorio. In più, le foto e i commenti annessi potrebbero essere dimenticati, ma non distrutti, e dunque sono sempre soggetti a un successivo recupero.
È interessante notare - e allo stesso tempo stimola a una riflessione - che questa forma di violenza coinvolge esclusivamente il genere maschile: chi di voi ha mai sentito parlare di una ragazza che per vendetta pubblica foto del suo ragazzo nudo?

Per poter fermare questo fenomeno, coloro che ricevono questo tipo di violenza non devono esitare a denunciare l'accaduto, magari inizialmente in un contesto familiare o intimo, e successivamente alla polizia o chi per essa. Un'altra soluzione più immediata e "semplice" dal punto di vista formale sarebbe prendere le distanze da quelle persone che non vedono nulla di male in queste azioni (o che se pure lo vedono, se ne fregano). 

Ricordiamo che qualche tempo fa fu creato un gruppo su WhatsApp per "infamare" una ragazza, che nulla aveva fatto contro nessuno, per il semplice fatto che era in sovrappeso. Questa sua condizione aveva stimolato alcune "menti" a prendersi gioco di lei. Il gruppo rimase in vita per un periodo relativamente lungo, e fu usato proprio per insultare la ragazza. Un membro di questo gruppo decise di uscirne per motivi abbastanza ovvi. Conseguenze? Il "disertore" fu etichettato così: "sfigato controcorrente"
"Controcorrente"? Di sicuro, ma che sia un male chi lo stabilisce?
"Sfigato"? Non si direbbe. Ma anche se fosse, in questo caso saremmo fieri di essere #sfigaticontroccorrente.

È un post che probabilmente non produrrà alcun effetto se non quello di una piccola riflessione all'interno di ogni lettore; ma forse, per iniziare una lunga catena di pensieri, sarebbe sufficiente. Perché non condividete le vostre con un commento?



Comunicazione: Studio Talpa | Comunicattive