Differenze di genere, generazioni differenti.

di redazione di NoiNo.org

Samuel ha 12 anni, la Carla potrebbe essere sua nonna (se fosse nata nell'Africa occidentale). Sono di Bologna e forse non si incontreranno mai, ma sia lui che lei hanno partecipato agli appuntamenti di NoiNo.org Lab. Perché la parità dei diritti, il peso degli stereotipi e il bisogno di esprimersi li riguardano entrambi, con tutte le loro differenze. Ecco le loro storie.

Così vicini, così lontani.
Samuel
è cresciuto in periferia, tra via Carlo Marx e via Due Madonne, la sua famiglia viene dalla Costa d'Avorio. Carla, anzi "la Carla" (da queste parti usa così, a proposito di differenze di genere) è nata proprio sotto le due torri, non diciamo quando perché lei non gradirebbe, e dopo la pensione è andata a vivere in provincia. Samuel e la Carla vivono a pochi chilometri l'uno dall'altra ma non hanno molto altro in comune. Almeno apparentemente.

Il laboratorio educativo nel centro giovanile.
Samuel ha partecipato al laboratorio nel centro "Anni verdi" del suo quartiere, condotto da Sandro dell'associazione Maschile Plurale e Francesca dell'associazione Armonie
Oltre a Samuel, NoiNo.org Lab ha coinvolto quattordici ragazzini e ragazzine tra gli 11 e i 15 anni, originari di una mezza dozzina di nazioni diverse. Come si parla del valore delle differenze con una classe di teenager scalpitanti?



Sandro e Francesca cominciano con un gioco: si corre tutti insieme, poi al segnale si formano dei gruppi separati a seconda di come si risponde ad alcune domande ("Chi ha dei fratelli o delle sorelle?", "Chi ascolta il tale cantante?", "Chi si è guardato allo specchio prima di uscire?"). Finito il riscaldamento, si parla tutti insieme delle diversità che il gioco ha fatto emergere: alcune dipendono dai gusti personali, altre dalla propria cultura di origine, altre ancora dal genere.
Si ragiona su come maschi e femmine a volte facciano cose diverse e, infine, su come agli uni e alle altre venga richiesto di comportarsi in modo differente a scuola, in famiglia, tra gli amici. Poi arriva il momento creativo. I ragazzi e le ragazze formano due gruppi e mettono in scena due situazioni.

Nel primo "atto unico" due ragazze vorrebbero unirsi alla partita a basket dei loro amici maschi, che però sono contrari; il secondo gruppo interpreta un gruppo di compagne di scuola che balla un pezzo pop durante la ricreazione; un ragazzino prova a unirsi a loro ma viene bersagliato dalle battute degli altri maschi. La rappresentazione libera tra i teenager entusiasmo, prese in giro e discussioni: il confronto tra maschi e femmine fa emergere tanti luoghi comuni legati al genere. E Samuel?

Si era buttato subito nel gruppo della partita a basket; peccato che, durante l'improvvisazione, le ragazzine siano andate davvero a canestro varie volte, mentre lui e i suoi compagni non hanno imbroccato un punto: uno smacco che Samuel e altri hanno accolto con un coro di "Tutta fortuna!" e "Erano troppo vicine!".

Non è un problema: un laboratorio come questo serve soprattutto a offrire un'occasione per confrontarsi, anche con le proprie fragilità. Uno spazio di libertà per esprimersi tra pari e in parità, maschi e femmine. Senza oppressioni e condizionamenti. Attenzione a queste parole chiave, torneranno a breve.


La mostra contro la violenza sulle donne.
Mentre Samuel battibeccava con le sue coetanee, la Carla è andata a vedere la mostra "È violenza" allestita dall'associazione SOS Donna nel centro polifunzionale del suo paese. 
Ricordate? Oppressione, parità e libertà. Per la Carla non sono concetti astratti, ma vita vissuta. Passeggia tra i pannelli della mostra, quelli sull'evoluzione dei diritti delle donne nel nostro paese, le sembrano cronaca di ieri. E non ha mica torto.

  

Perché in Italia  il "matrimonio riparatore" e il "delitto d'onore" sono stati aboliti nel 1981, lo stupro è un "reato contro la persona" da poco più di vent'anni; per decenni la legge ha punito le adultere (e non gli adulteri), ma le donne sono entrate in magistratura solo nel 1963.

La Carla guarda il poster con il quadro "Susanna e i vecchioni" (di Artemisia Gentileschi) e ricorda le litigate con amici, parenti e colleghi per cui c'erano sempre "cose più importanti". Ancora si scalda, quando sente certe battute dagli uomini della sua età. Ma più che dei "vecchioni", la Carla si preoccupa per i ragazzini e le ragazzine: sa bene che la violenza contro le donne non è una cosa di altri tempi. Ma sa che l'associazione che ha curato la mostra va anche nelle scuole: gliel'hanno raccontato i suoi nipoti. 

Nota
Samuel e la Carla sono nomi di fantasia, ma potrebbero essere davvero due delle persone (ragazze, ragazzi e adulti) che abbiamo incontrato con NoiNo.org Lab. Il progetto prosegue con nuovi appuntamenti, intorno al 14 febbraio e all'8 marzo. Per informazioni, potete scrivere a info@noino.org

Immagini di copertina: Mubarak Showole e Artem Labunsky, unsplash.com




Comunicazione: Studio Talpa | Comunicattive